Immagine 4 luglio 2013

PERUGIA PER… LA VITALITÀ

Ecco qui pubblicata la seconda intervista che l’Innovation Lab ha deciso di fare a Marco Brunacci, capo redattore de “Il Messaggero”.

Qui sotto, un estratto dell’intervista:

Innovation Lab – Un punto di forza e una debolezza di Pg.

Marco Brunacci – Perugia è una città vivibile ancora a dimensione di cittadino, con un degrado spaventoso negli ultimi anni legato al fenomeno della droga, che ancora nessuno ha circoscritto bene. È diventato l’outlet dell’eroina e della cocaina d’Italia. Come sia successo e come se ne esce è complicato, sia capire l’uno e sia definire le strategie per uscirne, certamente si sta lavorando adesso ma con grande ritardo.

Innovation Lab – Infatti nell’ultimo periodo Pg è passata sotto i riflettori per fatti di cronaca come diceva tutt’altro che piacevoli secondo lei come ne è uscita la città e qual’è la visione del cittadino?

Marco Brunacci – È uscita male, si è arrivati tardi a dirsi la verità. Non metto “Il Messaggero” tra i responsabili di questo, perchè noi abbiamo cercato di suonare il campanello d’allarme parecchio tempo fa. Le giunte di ogni colore, di ogni tendenza scambiano le critiche sui fatti come desiderio di sostituire quella giunta o di cambiare quella maggioranza, cosa che “Il Messaggero” non fa, anche se critica sempre quello che c’è da criticare. Se voi andate a guardare, sono dieci, dodici anni che noi facciamo titoli allarmatissimi sulla droga. Non sono invece più di due, tre che si stanno prendendo provvedimenti. È chiaro che la cosa proviene ancora da prima e per cambiare la situazione ci vorranno ancora anni. Non è solo un problema di ordine pubblico e di sicurezza.

Innovation Lab – E quindi cos’è che manca a Perugia, cos’è che manca al cittadino?

Marco Brunacci – Rispetto al vivere quotidiano ho già risposto. Adesso aggiungo un’altra problematica che è la crisi nella crisi di Perugia. Perugia si è agganciata troppo e ha contato troppo sul pubblico, sul suo intervento. C’è una spaventosa pigrizia tra i privati in generale, ma anche tra la gente che ritiene che sia un dovere degli enti pubblici a tutti i livelli (università, Comune, Regione e così via). Naturalmente la crisi ha colpito questo settore, la spesa pubblica può essere solo diminuita da qualsiasi maggioranza verrà guidato il Paese. Questo è il problema di Perugia: non ha alternative da proporre a voi giovani. Ai giovanotti che frequentano casa mia, cioè figlia, nipote, dico di andare via, ma questa non è una bella cosa. Ecco cosa manca a Perugia: un futuro in questo momento.

Innovation Lab – Si parla molto adesso di Perugia candidata a capitale europea della cultura per il 2019. In base a questi fatti quindi lei cosa ne pensa di questa candidatura?

Marco Brunacci - La candidatura ci sta probabilmente. Le città avversarie sono meglio messe. Perugia – Assisi insieme fanno un pacchetto di mischia di grande cultura di grandissimo livello. Probabilmente qui pesa il fatto di ragionare troppo come ente pubblico. Anche nel promuovere la candidatura non ci sono privati, non ci sono sponsor, non ci sono iniziative private non ci sono le genialità. Una ad esempio: l’Aquila sta mobilitando gente di grande rilievo e Firenze ce l’ha di suo.

Innovation Lab – Quindi secondo lei questo messaggio è passato ai cittadini? sentono la candidatura, la vedono?

Marco Brunacci – No, non la sentono e non la vedono. La pensano come un altro di questa cupola che è il pubblico su Perugia, sull’Umbria.

Innovation Lab – Quindi diciamo che la candidatura riassume in un’unica parola un obiettivo comune che è quello della crescita ,ma a questo punto, dalle risposte date, sembra quasi che questa volontà di crescita venga quasi a mancare. Questo obiettivo comune sta anche a cuore a noi come associazione Perugia Per . 

Marco Brunacci - Deve stare a cuore a tutti! La corsa non è finita, le speranze ci possono essere. Diciamo che non ci sono tutte le premesse, sinceramente non ci sono le premesse che sarebbero necessarie, ossia quella vitalità, quella capacità di intercettare fenomeni internazionali. Non è uno sbaglio pensare che forse bisognava attivare energie un pò diverse da quelle che sono state attivate. L’idea di farlo è stata importante, l’idea di mettersi con Assisi è stata importante. Io la vedo come una cosa finita. Se poi succederà, non è che porto male, ma dico delle cose che inizio a vedere prima di quando succedono.

Innovation Lab – Quindi diciamo che questa volontà di cambiamento non è ancora entrata nelle corde della cittadinanza?

 Marco Brunacci – No, anzi il contrario. Perugia è una città spaventosamente conservatrice, perchè si campa anche benino, ancora rimane a misura di uomo e le vittime siete voi giovani.

Innovation Lab – Diciamo che Pg negli ultimi anni sta puntando molto sulla sostenibilità urbana, con progetti quali il bike sharing, nuove fonti di energia rinnovabili. Pensa che questo possa essere un fattore di crescita? Che ci sia la volontà di avvicinarsi a questo?

 Marco Brunacci – Questo lo vorrei sapere da chi fa tutte queste iniziative lodevoli. Qual è la percezione, quant’è percepito da parte della gente, vorrei sapere quanti usano le biciclette. Ho paura che siano solo comunicati stampa.

Innovation Lab – Noi come Perugia Per abbiamo aggiunto mobilità, energia, rifiuti ed acqua. Lei ad uno slogan Perugia Per.. cosa aggiungerebbe?

Marco Brunacci – I temi del futuro sono sicuramente questi. Dico vitalità, aggiungerei vitalità, percezione del futuro, idea di voler cambiare davvero. Perugia come Umbria, Perugia in particolare deve fare un salto di qualità, le vittime siete voi. Anche se è mantenuta una vivibilità assoluta, non ci sono più occasioni, non c’è più vitalità, non ci sono più possibilità perchè la spesa pubblica sta finendo. Nelle cose che segnalate voi c’è sempre bisogno del pubblico per farle, non c’è mai una iniziativa privata, soldi capitali privati. Ad esempio in certe città del nord, così come in certe città della Toscana e dell’Emilia, ci sono iniziative private brillantissime che cambiano la vita energetica delle città.

 


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